Discesa da Lanzo Intelvi a Santa Margherita

DATI: Lanzo Intelvi (loc. Zocca 884 m) – Santa Margherita di Valsolda (277 m)

DISLIVELLO: 607 m

DIFFICOLTA': E (massima attenzione ai gradini pericolanti e scivolosi)

TEMPO: 2 ore circa

DESCRIZIONE PERCORSO: Discesa verso il borgo disabitato di Santa Margherita sul lago Ceresio seguendo i binari dell’antica funicolare.

Ci sono diversi punti di accesso per raggiungere l’inizio del percorso. E’ possibile seguire una traccia nel bosco che inizia poco prima del ‘Bar Moderno - Buffa’, facendo molta attenzione perché non c’è un sentiero segnato e ci si perde facilmente nella boscaglia; si avanza sempre in costa, parallelamente alla strada sopra di noi fino a incontrare i binari. Oppure si può attraversare la recinzione completamente rotta della funicolare subito dopo l’Albergo Tesoro e scendere le scale.

Una volta raggiunti i binari non ci si può perdere, basta seguirli scendendo i 4000 gradini di pietra fino alla stazione di arrivo a Santa Margherita (272 m). Scendere è tutt’altro che semplice: i gradini sono a volte sconnessi e traballanti, coperti di foglie e scivolosi, inoltre sono molto ripidi (se soffrite di vertigini sconsigliamo questo itinerario) con una pendenza media del 45% fino al 66%. D’estate poi diventano la dimora di svariati tipi di rettili; il corrimano di acciaio non sempre è presente quindi massima attenzione. Abbiamo attraversato una frana e una pianta caduta sui binari. 

Procedendo piano gradino dopo gradino nel bosco, si arriva al lago di Lugano a Santa Margherita, un piccolo paesino sul confine svizzero oggi disabitato (tranne la prima domenica di luglio in occasione della festa). Un bellissimo balcone su Lugano e la Val Solda. Facciamo sosta in una graziosa caletta proprio dietro la chiesa a ridosso di una sontuosa villa. Nel silenzio rotto solo dalle onde del lago, ci immaginiamo il brulicare di turisti all’inizio del Novecento in piena Belle Epoque, tutte le case abitate, il ristorante pieno e il via vai dei battelli che collegavano l’Italia a Lugano.

Un po’ di storia (tratta da “Binari ai Laghi” di Adriano Betti Carboncini © 1992)

Per iniziativa di alcuni luganesi e lanzesi, e particolarmente del dottor Carlo Canevali (c’è anche una targa commemorativa alla stazione di Lanzo) e di Giacomo Blanckart, direttore della Banca della Svizzera Italiana, nel 1902 si formò il comitato promotore di una “ferrovia-funicolare”. Da Santa Margherita la funicolare sarebbe salita alla spianata davanti all'Hotel Belvedere di Lanzo d'Intelvi, con un dislivello di 650 m. Da lì era possibile raggiungere le località più frequentate dagli escursionisti: il Belvedere e la vetta della Sighignola (1302 m); da Lanzo inoltre, in tre ore e mezzo è possibile raggiungere la vetta del Monte Generoso.

La funicolare per il Belvedere, che si voleva aprire nell'agosto 1907 nel pieno della stagione turistica, entrò invece in attività il 29 settembre successivo.

La linea, con l’andamento di una larga S, si svolge sul fianco del monte in vicinanza del confine, tanto che a poca distanza dal binario esisteva una rete metallica a difesa del contrabbando; L’apparato di trazione, sistemato nella stazione superiore, prendeva il moto da una coppia di motori elettrici Oerlikon della potenza di circa 30 CV ciascuno, che lavoravano uno per volta, costituendo l'uno riserva all'altro; i motori erano alimentati con corrente, che nel primo decennio d’esercizio veniva prodotta da un motore a gas.

Oltre ai consueti dispositivi di frenatura a comando manuale ed automatico applicati all'argano, esisteva un sistema frenante proprio delle carrozze; queste disponevano infatti di un freno di sicurezza a tre tenaglie di serraggio delle rotaie che potevano funzionare sia con comando manuale dell'agente di scorta, sia automaticamente quando la carrozza superava la velocità massima di 1,8 m/s.

Le due carrozze sono di tipo aperto, in relazione all'esercizio dell'impianto che, in concomitanza con l'attività dell'Hotel Belvedere, veniva svolto solo nei mesi da aprile a ottobre di ogni anno.

Le carrozze, inizialmente colorate in marrone con tetto grigio chiaro, dispongono di 33 posti a sedere ciascuna così divisi: 8 posti di prima classe, 24 posti nella classe inferiore e un posto per l'agente di scorta sul terrazzino anteriore a lui riservato. 8 persone in piedi potevano prendere posto sull'altro terrazzino. Il biglietto ordinario, sia per la salita, sia per la discesa, venne fissato in 3 franchi svizzeri per la prima classe ed in 2 franchi per la seconda classe.

Corpo stradale, opere d'arte e fabbricati vennero costruiti dall’impresa Colombini e C. di Ramponio. I lavori di costruzione furono pieni di difficoltà, specialmente per il trasporto dei materiali, quasi tutti fatti arrivare dalla parte di Santa Margherita tramite battelli e fatti salire sul costone per mezzo di una piccola funicolare provvisoria.

Le corse in funicolare, con orari posti in coincidenza con quelli dei piroscafi della SNF, richiedevano 18 minuti di tempo.

Con l'apertura all’esercizio della funicolare del Belvedere, si venne a creare una nuova via di comunicazione dal Canton Ticino alla Valle d'Intelvi, percorsa da un movimento di forestieri diretti al Belvedere di Lanzo.

Ma nel breve esercizio del 1907 (28 settembre - 16 dicembre) furono trasportati 240 viaggiatori: 14 in prima classe e 226 in seconda classe. Invece nel 1908 le persone trasportate furono 4.020 (635 in prima classe e 3.385 nella classe inferiore) e vennero registrate 5.279 vetture/chilometri contro le appena 319 dell'anno precedente.

Scoppiata la prima guerra mondiale, la funicolare d'Intelvi subì le vicissitudini comuni a tutti i mezzi di trasporto turistici in vicinanza della frontiera e per diversi anni rimase chiusa. Proprio nel pieno del conflitto, l'Hotel Belvedere, che sorgeva presso l'area oggi occupata dall’ex Albergo Violet, venne demolito e tutti i conci di granito, gli infissi ed altri materiali furono trasportati sul Sacro Monte di Varese per la costruzione di una casa di cura nella quale affluivano i feriti di guerra. Terminate le ostilità, gli svizzeri, invece di riaprire la funicolare, decisero l'alienazione del suo macchinario: così un gruppo italiano con a capo il cavalier Guglielmo Poletti di Milano, intervenne acquistando la totalità delle azioni e riprese l'esercizio, ma con risultati negativi, essendo ancora difficoltoso il transito di frontiera a causa delle permanenti "bardature" di guerra. In pratica la funicolare restò in funzione per il solo servizio dei paesi costieri, con gravi perdite economiche. Negli anni ’30 lentamente il traffico cominciò a riprendere ed i bilanci a migliorare, pur restando senza profitti.

Sopravvenuta la seconda guerra mondiale, dal 1941 l'esercizio della funicolare fu nuovamente sospeso; all'antica Società Anonima della Funicolare pel Belvedere di Lanzo d'Intelvi subentrò la nuova Società Anonima Funicolare Lanzo d'Intelvi - Santa Margherita con sede in Valsolda, che negli anni successivi sarebbe passata nelle mani di un nobile milanese.

All'inizio degli anni cinquanta si effettuarono lavori di ammodernamento e potenziamento dell’impianto: alla stazione motrice, si sotituì il vecchio apparato con un argano nuovo a doppia puleggia dotato di un sistema frenante di nuova concezione, in virtù del quale la velocità delle vetture aumentò da 1,5 a 1,8 m/s, e fu installato un motore a combustione interna di riserva.

Furono poi rinnovati l’armamento della linea e la fune di trazione. Le carrozze, che restarono strutturalmente immutate, vennero ridipinte in colore azzurro con tetto amaranto.

La funicolare del Belvedere conobbe anni di nuovo splendore, con un numero di passeggeri trasportati più che doppio rispetto agli esercizi d’anteguerra e bilanci equilibrati; fino al 1962 i viaggiatori annualmente trasportati si mantennero quasi sempre al di sopra delle 30.000 unità; dal 1954 era scomparsa ogni forma di traffico merci.

Ancor prima della nuova flessione del traffico (mediamente 17.000 viaggiatori annui dal 1965 in poi) dovuta all’espandersi della motorizzazione privata, le gestioni tornarono ad essere negative, poiché i maggiori incassi restavano in gran parte assorbiti dalla lievitazione delle spese d’esercizio e maggiormente da quelle riguardanti il personale.

Alla soglia degli anni settanta, per il crescente ed insanabile squilibrio tra costi sempre più elevati e prodotti d’esercizio sempre minori, sia per la rarefazione dell’utenza sia per l’inadeguatezza delle tariffe, la società della funicolare entrò in profonda crisi.

Il 19 settembre 1977, alla scadenza della proroga decennale della concessione, il servizio cessò definitivamente.

Da allora tutta la struttura della funicolare è rimasta abbandonata, dormiente in attesa di tornare al suo antico splendore.

Il link alla nostra traccia su Wikiloc:

https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/discesa-da-lanzo-dintelvi-verso-santa-margherita-49477411





















































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