ACCESSO: Da San Fedele, dopo il Centro Commericale svoltare a sinistra verso Casasco. Alla
Pizzeria Bellavista girare a destra verso località Orimento. Seguire la strada di montagna fino a una
bella baita con giardino sulla destra (la prima che si incontra dopo l'Alpe Grande). Si riconosce
perché è subito dopo un tornante, ci sono i cassonetti dell'immondizia e alla nostra sinistra c'è un
rifugio dal tetto rosso. C'è un ampio spiazzo erboso dove parcheggiare l'auto. Il sentiero inizia sulla
destra, vicino alla casa dietro a una sbarra con divieto di circolazione (circa 1300 m)
TEMPO DI PERCORRENZA: 1h30
DISLIVELLO: 400 metri circa
DIFFICOLTÀ: E fino alla Piancaccia. EE dalla Piancaccia alla vetta
NOTE: E' il percorso più panoramico per raggiungere la vetta. Dopo Cima della Piancaccia il
sentiero diventa stretto ed esposto, ci sono catene nella parete come sostegno. Sconsigliato a chi
soffre di vertigini. D'inverno, con le ciaspole, si può arrivare senza difficoltà a Cima della
Piancaccia; sconsigliamo di proseguire per l'elevato pericolo di slavine. Iniziamo l'escursione su un
sentiero che sale rapidamente in un arioso bosco di latifoglie. Usciamo in prossimità della località
Boll dove c'è una bella cascina. In basso si può vedere il sentiero basso. Proseguiamo sul sentiero
pianeggiante ben tracciato attraversando un bosco di maggiociondoli con i loro meravigliosi fiori
gialli sbocciati, come il nome della pianta suggerisce, a maggio (attenzione ai frutti leguminosi,
contengono un alcaloide velenoso) e continuiamo fino al Barco dei Montoni (1350 m). Si
prosegue per un altro tratto in piano fino a un'area attrezzata con barbecue e tavolini e qui il sentiero
si impenna in un bosco prima di latifoglie e poi di conifere. Quest'ultimo è artificiale: venne creato
negli anni ‘30 e subito dopo la guerra, soprattutto con abete rosso e, successivamente, larice e abete
bianco. E' una faticosa salita tagliagambe che lascia poco tempo alle chiacchere ma ci fa
guadagnare quota. Sbuchiamo a Murelli (1490 m) e iniziamo a goderci un po' di panorama sulla
Pianura Padana. A destra vediamo la nostra meta: i dentoni rocciosi del Generoso. Seguiamo il
sentiero che sale dolcemente fino a Cima della Piancaccia (1610 m) con uno scorcio sul ponte di
Melide; il percorso ora diventa esposto e bisogna prestare attenzione. Ignoriamo le indicazioni per
la Via Ferrata e continuiamo fino a incontrare un altro bivio: proseguendo dritti il percorso continua
in piano fino ad arrivare sotto la cima, è sempre esposto ma attrezzato;
noi invece prendiamo i gradoni a destra che attaccano ripidamente la vetta (EE). E' un tratto
adrenalinico molto esposto ma attrezzato con catene e funi di acciaio per aiutarci nella salita a zig
zag. In cima il panorama è a 360°: la Pianura Padana (si dice che si possa vedere fino alla
Madonnina del Duomo di Milano), il Lago Maggiore, quello di Varese, ovviamente il Ceresio con
Lugano, il Monte Rosa, lo Jungfrau, il Cervino e poi il nostro Lario con le Grigne, la Val Cavargna, il Legnone e la
Valtellina con le sue cime. Per il rientro si può prendere il sentiero alto più in basso, scendendo dalla
cresta erbosa per evitare i gradoni. Non di rado, soprattutto nel tardo pomeriggio, si possono
incontrare camosci al pascolo e altra fauna selvatica.
In alternativa ecco il link per il
SENTIERO BASSO
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Area attrezzata dopo il Barco dei Montoni |
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L'inizio del bosco di latifoglie |
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La vetta |
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Proseguiamo dopo Murelli |
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Primo panorama sul Ceresio |
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Giochi di roccia |
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I gradoni verso la vetta |
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La cima conquistata |
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Camoscio al tramonto |
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Camoscio al tramonto |
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Tramonto sulla via del rientro |
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